WRITING

Intervista a Rok (TCS – DH)
di Pietro Rivasi & Teppism

Rok è un writer leggendario attivo dai primi anni '90. La prolificità e la capacità di sfruttare le caratteristiche delle superfici che dipinge lo rendono uno dei nomi più presenti sulle linee ferroviarie italiane da ormai 30 anni.
Tag
Rok
Crew
TCS - DH

Intervista a Rok (TCS – DH)

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WRITING

Intervista a Rok (TCS – DH)
di Pietro Rivasi & Teppism

Rok è un writer leggendario attivo dai primi anni '90. La prolificità e la capacità di sfruttare le caratteristiche delle superfici che dipinge lo rendono uno dei nomi più presenti sulle linee ferroviarie italiane da ormai 30 anni.
Tag
Rok
Crew
TCS - DH
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Pietro Rivasi (PR): Pur provenendo da una realtà di provincia, sei tra i primissimi train bomber italiani, credo senza ombra di dubbio il più irriducibile. Puoi raccontarci come hai iniziato ad interessarti al writing?

Ho cominciato proprio all’inizio degli anni ’90 a dipingere. Pochi giorni fa ho trovato un un quadretto con uno stencil fatto a bomboletta, rappresentava degli omini simili a quelli di Keith Haring per capirci, e probabilmente è stata in assoluto la prima volta che ho toccato uno spray. Andavo all’asilo, avrò avuto 4 anni, e le maestre ci fecero fare questo esperimento perché probabilmente all’epoca, erano gli anni ’80, andava molto di moda quell’immaginario. A rivederlo, ricorda anche un po’ Mario Schifano.

Lo stencil realizzato all'asilo. Courtesy of the artist.
Lo stencil realizzato all’asilo
Funny di Rok - circa 1990
Funny di Rok – La scritta richiamava i video di skate nei quali Tony Hawk veniva definito “Tony is funny” – primi anni ’90. Foto archivio Rok.

A parte questo aneddoto che non c’entra molto, coi graffiti ho iniziato nel 1991, da solo. In quel periodo avevano mandato in onda Wild Style su Rete 4. Per inciso, pensa che coincidenza: all’epoca non c’erano piattaforme di streaming né la possibilità di affittare videocassette o scaricare dal web, per cui per vedere qualcosa dovevi essere davanti alla TV all’ora giusta. E quel tipo di film di solito lo mettevano a notte fonda perché non erano esattamente contenuti mainstream. Dunque fu una coincidenza davvero incredibile a pensarci che lo abbia visto.

Altra coincidenza fu incontrare poco tempo dopo, sarà stato il 1992, Ryal, il Che ed Eron: Ryal dipingeva, grazie a qualche aggancio, su dei pannelli e il Che che abitava nel suo quartiere stava li con lui. Io passavo di lì e così mi sono fermato a parlarci, e così Eron, che all’epoca firmava Nore ed ha girato le lettere in seguito, era in città per la leva obbligatoria, il servizio militare: passava, ha visto uno che dipingeva e si è fermato, ci siamo conosciuti così!

Da Report 0, 1995: tra gli altri, un pezzo di Eron quando ancora scriveva Nore.
Da Report 0, 1995: tra gli altri, un pezzo di Eron quando ancora scriveva Nore.
38 Squad - Nore TCS, 1991/1992. Foto archivio Rok
38 Squad – Nore TCS, 1991/1992. Foto archivio Rok
TCS Crew 1991/1992. Foto archivio Rok
TCS Crew 1991/1992. Foto archivio Rok
TCS crew 1991/1992. Foto archivio Rok
TCS crew 1991/1992. Foto archivio Rok

A distanza di tanti anni e nonostante oggi le cose che facciamo siano molto diverse dal punto di vista stilistico, ho tantissimo rispetto per Eron, che per me rimane un punto fermo, una pietra miliare. Adesso non è più così frequente che ci vediamo, ma siamo sempre in contatto e mi fa davvero piacere che contribuiremo entrambi ad una mostra che verrà allestita a maggio 2023 presso il Museo della Città di Rimini.

Ora Ryal si è fatto frate francescano: dopo due anni di clausura, è andato in Sud America, in mezzo alle favelas, aiuta i bambini poveri. Ha mantenuto una attitudine hardcore, ma ora la esprime in un modo diverso!

Heko - Sugo - Rok, 1995. Foto archivio Rok
Heko ETC  – Sugo  ETC – Rok TCS, 1995. Foto archivio Rok
Eron TCS - FS sul medesimo treno di Heko, Sugo e Rok, 1995. Foto archivio Rok
Eron TCS – FS sul medesimo treno di Heko, Sugo e Rok, 1995. Foto archivio Rok
Treno - Dado - Eron - Rok
Treno – Dado – Eron – Rok, circa 1996. Foto da Report magazine
Che - metà anni '90. Foto archivio Rok
Flunitrazempam – Che, metà anni ’90. Foto archivio Rok
Rok - Rok - Eron - Eron, metà anni '90. Foto archivio Rok
Rok – Rok – Eron – Eron, metà anni ’90. Foto archivio Rok
DH su pendolino, metà anni '90. Foto archivio Rok
DH su pendolino, metà anni ’90. Foto archivio Rok

Quindi ancora una volta pensa che coincidenza nel 1992, in una città che faceva neanche 100.000 abitanti, incontrare questi tre ragazzi proprio la sera in cui stavano dipingendo.  Chiacchierando tra le altre cose è venuto fuori che anche Ryal aveva iniziato dopo aver visto Wild Style in tv. Chissà in tutta Italia quante persone ha ispirato quel film mandato in onda su Rete 4 a tarda notte.

Intervista alla TCS crew su Report 0, 1995.
Intervista alla TCS – The Criminart System su Report 0, 1995.
Ryal - metà anni '90. Foto archivio Rok
Ryal – metà anni ’90. Foto archivio Rok

Teppism (T): C’è un tuo pezzo storico, almeno per i writer della tua zona, nel quale avevi scritto “Mezzo”: pur essendo un illegale fatto su una parete di un condominio, era praticamente una murata con un puppet fantastico, con uno stile vicino alle cose di Bando & Mode2, molto diverso dal quello per il quale sei noto. Di fianco c’era una frase di KRS one “con ogni mezzo possibile”. Lo spot era molto pericoloso ed anche per questo quel burner è stato per un periodo meta di pellegrinaggio per tutti gli appassionati della zona. Hai qualche ricordo in merito?

Sì è vero avevo impiegato parecchie notti a realizzarlo, addirittura più di una settimana se non ricordo male: io dipingevo e tutti gli altri della compagnia della sala giochi, che frequentavo e per la quale ho anche fatto alcuni dei miei primi pezzi in assoluto, facevano il palo avvisandomi se arrivavano macchine. In quel caso io mi nascondevo dietro al muro e una volta passate, un loro fischio mi diceva che potevo riprendere.
La frase che avevo scritto era con ogni mezzo necessario, riferita non a KRS One ma a Malcolm X perché in quel periodo mi pare avevo visto il film.

Mezzo di Rok, primi anni '90. Foto archivio Rok
Mezzo di Rok, primi anni ’90. Foto archivio Rok

T: È vero che ha transitato da te anche Bates o è una leggenda metropolitana?

Assolutamente vero. Era venuto ad una jam a Rimini e l’ultima sera non aveva un posto dove dormire, per cui l’ho ospitato a casa mia. Mia mamma l’ha visto e mi ha detto… se sono tutti così belli quelli che fanno e Graffiti portali pure!
L’ultima volta che ci siamo visti è stato a Copenaghen in inter rail… ed era il 1995.

T: Un’altra cosa molto innovativa di quegli anni era il fatto che sei stato uno dei primi che ricordi e forse ancora uno dei pochi che mi viene in mente che ha portato a dipingere sui treni amici non legati all’ambiente dei graffiti. Mi ricordo ad esempio di quando dipingevi con un certo Che che comunque era anche bravo. Come sono nate queste collaborazioni?

lo sono fatto così, porto sempre in yard la gente con cui passo tanto del mio tempo e la maggior parte delle volte queste non sono writer, quindi a un certo punto li “obbligo” a scrivere!!!! È successo così col Che, con la Sosty, con Gec..

PR: Ricordo di aver visto un tuo wholecar davvero innovativo per l’epoca in cui è stato fatto: pezzi colorati e fondo argento..

Certo, lo feci con Sugo di Roma. Anche con lui un ruolo importante lo hanno svolto le coincidenze: infatti ci siamo conosciuti ad Indelebile, a Rimini, quando ancora MT2 ed ETC non si erano fuse per dare vita alla TRV. Mi disse che con una certa regolarità veniva dalle mie parti per trovare la nonna e dunque abbiamo iniziato a vederci. Una sera che era qui gli ho proposto di andare in una yard ottima perché all’epoca era ancora vergine, in una città vicina. Così ci siamo preparati per fare qualcosa di grosso, un whole car.

Sugo TRV e Rok TCS DH 1997
Sugo TRV e Rok TCS DH 1997. Foto archivio Rok.

Al Brico Center però non c’erano colori, solo argenti. Devi pensare che all’epoca non c’erano negozi dedicati e gli spray per i graffiti erano ancora una novità assoluta, sostanzialmente introvabili. Così abbiamo rubato tutti gli argenti e ci abbiamo fatto uno sfondo top to bottom a dei pezzi colorati. Tra l’altro, ricordo che la mattina dopo ho dovuto saltare la scuola e siamo andati fino a Genova per cercare di fare le foto: prendi il treno senza biglietto, vai fino a Genova, aspetta che chiuda le porte. Forse nella foto che ho fatto la porta era rimasta aperta perché era dall’altro lato non so, non ricordo comunque fu una missione di 24 ore quel whole car. C’era proprio attitudine altrimenti non ci avremmo mai speso tutto quel tempo ed energie.

Rok TCS - DH. Treno FS 464 circa 1996. Foto archivio Rok
Rok TCS – DH. Treno FS 464 circa 1996. Foto archivio Rok

PR: Sei anche stato uno dei primissimi ad avere contatti internazionali in un periodo nel quale ci si scrivevano lettere o si pubblicava il proprio numero di telefono di casa sulle poche fanzine esistenti e ad andare in inter rail..

Oltre a Fume, che ho conosciuto nei primi anni ’90 grazie ai romani, mi ricordo che entrai in contatto con Krash di Barcellona perché avevo conosciuto Mookie, un writer della generazione precedente, la prima di Barcellona. Ci scrivevamo le lettere e non sapevi neppure se arrivavano “Ciao, sono Rok, sono italiano e faccio i treni, ti mando un po’ di foto per Game Over”… poi passava tutta l’estate, arrivava settembre e ti trovavi una lettera col francobollo spagnolo, ed era la risposta del Mookie con le sue foto: erano stampate chiaramente, si facevano ancora solo foto analogiche, il digitale era ancora lontano da venire. 
Era una figata, c’era più romanticismo, non c’è paragone con la situazione di oggi: adesso uno fa un whole train a New York e io e te lo vediamo in diretta.

Fronte e retro della foto di Clideism di Mookie (editore di Game Over), 1993. Archivio Rok
Fronte e retro della foto di Clideism di Mookie (editore di Game Over), 1993. Archivio Rok
Lettera dall'editore di No Limits Magazine (Dare TWS), 1994. Archivio Rok
Lettera dall’editore di No Limits Magazine, 1994. Archivio Rok

Stessa cosa per scoprire i posti. Quando ho iniziato per capire dove c’erano i depositi, soprattutto nelle piccole città, si studiava l’orario dei treni, quello con la copertina gialla..

L'orario cartaceo dei treni che prima dell'avvento di internet veniva usato dai writer per risalire ai luoghi di sosta notturna dei treni
L’orario cartaceo dei treni che prima dell’avvento di internet veniva usato dai writer per risalire ai luoghi di sosta notturna dei treni.

Il Pozzo Orario! Per dire, cercavi la linea Reggio Emilia – Suzzara, scoprivi che l’ultimo treno che arrivava a Suzzara a una certa ora e non partiva più, quindi per forza doveva rimanere lì la notte. Allora prendevo il mio Renault 14 e andavo a vedere nel paesino e a volte li trovavo, a volte scoprivo che tornavano indietro spenti e fuori servizio… Ad ogni modo, la maggior parte delle piccole yard le ho scoperte così. 
Funzionava così ed era figo.

Biglietto inter rail 1995. Archivio Rok
Biglietto inter rail 1995. Archivio Rok

In inter rail andai col Done, nel ’95. È stato bellissimo perché avevano appena fatto le zone ma c’era anche il pacchetto totale e quindi mi ricordo che se stavi a Madrid ma ti rompevi le palle, prendevi un treno la notte e ti svegliavi a Parigi. Quindi era bello perché comunque male che andasse, dormivi sul treno, non rimanevi mai per strada. Siamo stati un po’ ovunque: Barcellona, Copenaghen è stato figo, quel viaggio lì. A Barcellona sono tornato anche successivamente, una volta andai col motorino…!

Biafra di Done a Barcellona, 1995. Courtesy of the artist and Report Trainzine 1
Biafra di Done a Barcellona, 1995. Courtesy of the artist and Report Trainzine 1
Rok a Barcellona, 1995. Courtesy of the artist and Report Trainzine 1
Rok a Barcellona, 1995. Courtesy of the artist and Report Trainzine 1
Zerok e Krash a fianco di Rok e Biafra, Barcellona 1995. Foto archivio Rok
Zerok e Krash a fianco di Rok e Biafra, Barcellona 1995. Foto archivio Rok

PR: Prima del 1997, la Suburbana di Bologna era dipinta in modo abbastanza sporadico da quanto ne so. Hai qualche ricordo della prima volta che l’hai disegnata?

Hestro ETC, Suburbana di bologa. Foto archivio Rok
Hestro ETC, Suburbana di Bologna. Foto archivio Rok. In alto a sinistra si vede la firma di Fume WAU dalla Germania. Foto archivio Rok.
Device di Deko164 - Suburbana di Bologna. Courtesy of the artist and Report Trainzine
Device di Deko164 – Suburbana di Bologna. Courtesy of the artist and Report 1

La prima Suburbana che ho fatto forse è stata in occasione di Indelebile, nella defunta yard di San Vitale. Tornavamo dalla jam di Rimini e ci siamo fermati a dipingere prima di proseguire a nord. C’era solo la TCS, la DH non si era ancora formata ed eravamo io Ciufs, Hestro degli ETC, Stand MT2, Heko, Eron, il Fume dalla Germania e Deko164 che scrisse Device.

Heko e Fume si riposano davanti alla stazione di Bologna il mattino dopo aver dipinto la Suburbana. Foto archivio Rok
Hestro e Fume si riposano davanti alla stazione di Bologna il mattino dopo aver dipinto la Suburbana. Foto archivio Rok

Purtroppo di quella trenata ci sono solo foto pessime perché dipingemmo schiacciati tra due treni e non ci fu modo di avere foto di giorno. In quegli anni, in cui ancora i writer non avevano conquistato la linea, era facile che cancellassero rapidamente.

Grom Rok Urbaner Centro Studi Culture Urbane Graffiti Writing Suburbana treni
OSC e Rok, Suburbana di Bologna, fine anni ’90. Archivio fotografico Grom
Treno e Rok (DH) Suburbana 95 - Bologna - Archivio Rok - Urbaner
Treno e Rok, Suburbana di Bologna, circa 1995. Foto archivio Rok

PR: Come è nata invece la DH?

È nata qualche tempo dopo, nel periodo del Livello 57 di via Stalingrado, Gino X ci abitava dentro, proprio sul lungo-linea; lui stava sempre con Ciufs col quale dopo Tinte Forti avevo legato molto anche io e dipingevo spesso, così nel ’96 abbiamo formato una crew insieme. È successo poco prima di andare ad una jam a Pisa entrata poi nella storia anche per la partecipazione di Phase II, la prima edizione del Panico totale.

Rok e Dork FTR - PR al Panico totale di Pisa, 1996. Foto courtesy of Casseur foundation
Rok e Dork FTR – PR al Panico totale di Pisa, 1996. Foto archivio Casseur foundation.

Facemmo una macchinata io Ciufs, Gino X, forse Longe, che stava iniziando a dipingere seriamente i treni proprio in quel periodo. Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra sia quello, anche se non è facile ricordarsi tutto.

Nel 96-97 mi sono iscritto a filosofia a Milano con Costanza, una amica che che scriveva Sos o Sosty. Aveva una casa a Bologna e conosceva anche Ens così abbiamo finito per abbandonare Milano per passare al DAMS di Bologna. Qui abbiamo iniziato a frequentare feste e rave party dove abbiamo incontrato Gec col quale abbiamo iniziato a passare un sacco di tempo insieme. Ed è stato un delirio di feste e party.

Rok DH, Bologna metà anni '90. Foto archivio Rok
Rok DH, Bologna metà anni ’90. Foto archivio Rok
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La casa di Costanza faceva da “base operativa” per me, Gec e Ens. Non credo di aver mai frequentato il DAMS nemmeno per una lezione se non per rubare qualcosa. Gec ancora non dipingeva così l’ho tirato in mezzo ed è entrato in DH anche lui. Bologna in quel momento era la capitale della techno, neanche a Roma c’erano così tante feste, Spiral Tribe e O.Q.P. ci si erano anche stabiliti per un periodo. La prima festa in un bosco alla quale sono andato nella vita è stata a Sasso Marconi.

Rok e Sos - DH, Bologna Ravone, metà anni '90. Foto archivio Rok
Rok e Sos, Bologna metà anni ’90. Foto archivio Rok
Rok e Sos - DH, Bologna Ravone, metà anni '90. Foto archivio Rok
Rok e Sos – DH, Bologna Ravone, metà anni ’90. Foto archivio Rok

Le feste partivano anche dal Livello dove per un periodo almeno una volta al mese c’era un rave che durava anche diversi giorni.

A Bologna erano gli anni del Livello proprio davanti alla yard, del Ravone e della Suburbana, quindi si dipingeva davvero tanto. Poi tornavo a casa nel fine settimana, e anche li dipingevo, facevo sempre avanti, indietro sul treno.
A volte mi svegliavo a Torino, poi mi addormentavo, mi svegliavo ad Ancona… all’epoca se eri senza biglietto mica ti buttavano giù.

Paul by Chob - Basik - Gec - Rok e2e, circa 1997. Collage realizzato con frame di video Hi8, archivio Rok
Paul by Chob – Basik – Gec – Rok e2e, circa 1997. Collage realizzato con frame di video Hi8, archivio Rok
Lego - Chob - Open - Rok - Gec e2e in Ravone, circa 1997. Collage realizzato con frame di video Hi8, archivio Rok
Basik – Chob – Open ROTC – Rok – Gec e2e in Ravone, circa 1997. Collage realizzato con frame di video Hi8, archivio Rok

PR: Sei molto conosciuto per i tuoi pezzi, le tag ed i throw up ma pochi forse sanno che per un periodo hai fatto delle cose più sperimentali, che hai una visione decisamente più aperta di quanto ci si potrebbe aspettare. Me ne puoi parlare?

Tra il ’99 ed il 2000 ho avuto dei problemi personali ed ho colto quel momento per andarmene da Bologna, che era diventato un posto poco sano per me, e tornare a casa. In quella fase, ho praticamente smesso di dipingere, magari facevo un pannello all’anno o poco di più, certamente non andavo con l’assiduità di prima.
Mi è sempre rimasto però l’interesse per l’arte in generale, sono il tipo di persona che va volentieri alla Biennale anche se non ha quella preparazione profonda che invece magari ho per il mondo del writing e dunque quando nel 2002-2003 vengono pubblicati i libretti di Banksy, Cut it Out, Existencilism, Bang your head against a brick wall e cominciavano a comparire le prime cose “diverse” rispetto ai graffiti “classici”, quella che veniva definita “street art” per intenderci, ho guardato tutto con curiosità: sembrava una nuova corrente, e quello è stata poi a ben vedere, una nuova corrente nata dentro al movimento dei graffiti.

Rok intervista su Backspin Magazine 2008/2009, courttesy of Mark Todt & Backspin Magazine
Lavori a tecnica mista di Rok pubblicati a corredo dell’intervista su Backspin Magazine 2008/2009, courtesy of Mark Todt & Backspin Magazine
Pannello sperimentale con collage e testo, circa 2009. Foto archivio Rok.
Pannello sperimentale con collage e testo, circa 2009. Foto archivio Rok.
Rok intervista su Backspin Magazine 2008/2009, courttesy of Mark Todt & Backspin Magazine
Lavori a tecnica mista di Rok pubblicati a corredo dell’intervista su Backspin Magazine 2008/2009, courtesy of Mark Todt & Backspin Magazine

Insomma mi capita di leggere una intervista a Stak, dove parla di a logo as a name e questa cosa di sostituire la firma con un logo mi ha colpito al punto che me ne sono creato uno mio, una specie di simbolo del TAO: ne stampavo 12 alla volta metà in positivo e metà in negativo, col plotter, per poi tagliarli con le forbici.

E con centinaia di questi pezzi di carta e la colla spray che all’epoca era distribuita dalle stesse ditte che vendevano i colori, ho iniziato ad attaccarli ovunque, prima in strada poi anche sui treni. Ed erano difficilissimi da staccare, la carta incollata era molto più aggressiva della vernice, per cui in strada rimanevano e sui treni giravano.

Ne avevo sempre con me e li attaccavo ovunque, anche all’estero, anziché taggare attaccavo i loghi. Questa fase è andata avanti due o tre anni, non ricordo esattamente. Delle volte scrivevo solo dei messaggi, oppure mettevo solo il logo invece che fare il pannello. Una volta ho fatto tutto un pannello nero incollandoci sopra degli specchi rubati al Leroy Marlin. Poi ci ho scritto “ogni volta che pulite un treno, guardatevi in faccia”. I pulitori poi hanno staccato tutti gli specchi e ci hanno scritto tipo “Andatevene affanculo vandali di merda”. È stato figo perché ha suscitato una reazione ed una interazione con il pezzo.

Quando poi 2009 la Moratti ha fatto quella gigantesca campagna antigraffiti e Milano era tappezzata di cartelloni 6×3 con lo slogan “se lo facessero a te?”, avevo rifatto su dei poster la sua faccia con scritto “e se lo facessero a me?” lasciando un pennarello attaccato con lo spago.

Ne avevo attaccati un po’, fai conto in zona Navigli, tornavi dopo una o due settimane e te li trovavi con tutte le scritte tipo Troia di Merda, voglio la mia pensione… ad uno hanno anche dato fuoco!
Un altro ancora le ha fatto una benda tipo pirata e ci ha scritto ladrona. Insomma le persone si relazionavano ed interagivano, qualcuno poi l’ho anche recuperato e portato a casa.

Credo siano stati esperimenti interessanti perché hanno coinvolto le persone che partecipavano all’azione, interagivano, e la rispettavano perché difficilmente qualcuno rubava il pennarello, lo lasciavano in modo che anche altri potessero scrivere. Ad ogni modo, è stato un periodo, dopo ho ripreso a dipingere come sempre, anche se mi è rimasta la cosa di fare anche delle cose diverse dai graffiti classici ma che d’altra parte non sono neppure delle tele.

Parte dell'intervista pubblicata su Italy's Most Wanted 2, 2005. Courtesy of Italy's Most Wanted
Parte dell’intervista pubblicata su Italy’s Most Wanted 2, 2004. Courtesy of Italy’s Most Wanted
Pum SDT - IT dalla Francia, pubblicato su Xplicit Grafix 8. Sulla destra si vedono la tag e le dediche di Rok. Courtesy of Xplicit Grafx
Pum PME – IT dalla Francia, pubblicato su Xplicit Grafx 8, ottobre 1996. Sulla destra si vedono la tag e le dediche di Rok. Courtesy of the artist & Xplicit Grafx
Pum - Rok - Honet da Italy's most Wanted 2, 2004. Courtesy of Italy's most Wanted
Pum – Rok – Honet da Italy’s most Wanted 2, 2004. Courtesy of the artists & Italy’s most Wanted
Honet da Sickopats 1, 1997. Courtesy of the artist and Sickopats Magazine
Honet da Sickopats 1, 1997. Courtesy of the artist & Sickopats Magazine

PR: C’è un episodio specifico che ti è capitato nei primi anni che dipingervi e che, ripensandoci, pensi che se succedesse oggi andrebbe molto diversamente?

Beh anni fa tante cose erano davvero diverse, peggio di oggi. Ad esempio quando andavamo dipingere ad Ancona, sarà stato il ’94 e avevo 16 anni, prendevo il treno da solo, andavo a 4-500 km da casa, non c’era il telefonino, non c’era un cazzo.

TCS Crew 1994 - Courtesy of the artists e AL Magazine numero 10
Rok, Reoh, Eron – TCS – BH Crew 1994 su AL Magazine numero 10 – Courtesy of the artists & AL Magazine

Andavamo a dipingere alle poste e c’erano i cani randagi vicino al porto che fanno branco di notte e una sera ci siamo rifugiati sulla chiglia di una barca rovesciata per non farci assalire. Abbiamo dovuto aspettare che se ne andassero, venivano fino in mezzo ai treni. Adesso, magari ci sono telecamere e sensori ma per trovare i cani randagi che vogliono sbranarti devi davvero andare in qualche posto dimenticato. Adesso non so neanche se si possa andare in giro di notte sui treni se sei minorenne, mi sa che il controllore la prima cosa che fa è chiamare i tuoi genitori e avvertire la polfer!

Comunque, ti trovavi a centinaia di chilometri da casa per telefonare dovevi avere in tasca le monete, un gettone della SIP, e farlo in un orario in cui c’era qualcuno a casa per risponderti, non c’erano né sms né whatsapp, era una roba strana, molto meglio adesso per certe cose.
Non so sinceramente se davvero abbiamo corso dei rischi, una volta era molto più comune andar in giro da soli anche da piccoli e forse la gente si aiutava di più. Ad ogni modo oggi non so se manderei in giro un ragazzino così tranquillo la notte.

PR: Mi hai mostrato delle reliquie pazzesche della metro di Roma…

Mi sono sempre trovato bene a Roma e ci sono stato anche poche settimane fa, così quando ho avuto l’opportunità di portarmi a casa dei pezzi di storia l’ho fatto: 2 intere porte di metro B con pezzi di Ver e Poison, tag ad acido degli UV e tanto altro. La cosa incredibile poi è che Ver è un ottimo amico. Penso di averlo conosciuto tramite internet ma NSA è molto legata ai miei amici romani storici, ETC, MT2 e ZTK alla fine sono sempre loro anche se le varie crew rappresentano generazioni differenti. E una delle porte che ho trovato ha su una parte di un pezzo che dipinse nel 2004 proprio la sera in cui compì 23 anni. Una coincidenza davvero incredibile che ho voluto cogliere diciamo, anche se è stato parecchio faticoso!

Metro B con pezzi del 2004 di Jon ZTK e Ver NSA. Sulla destra si può notare la scritta "23 years old" di Ver.
Metro B con pezzi del 2004 di Jon ZTK e Ver NSA. Sulla destra si può notare la scritta “23 years old” di Ver.
Vagone della metro con la porta smontata, circa 2010. Courtesy of the artist
Vagone della metro con la porta smontata, 2012. Courtesy of the artist
La porta della metro di Roma smontata
La porta della metro di Roma smontata

L’intervista è stata relizzata in collaborazione con Teppism Zine.