WRITING

Intervista a Bart
di Pietro Rivasi

Negli ambiti controculturali ciò che succede, ciò che si vede, è frutto di network informali che collegano persone e realtà diverse, luoghi distanti. Così è successo a Bart, per anni pendolare dei graffiti, tanto da essere accolto nella crew per molti anni più attiva di Modena.
Tag
Bart
Crew
ML'S - 059

Intervista a Bart

Title:

Description:

WRITING

Intervista a Bart
di Pietro Rivasi

Negli ambiti controculturali ciò che succede, ciò che si vede, è frutto di network informali che collegano persone e realtà diverse, luoghi distanti. Così è successo a Bart, per anni pendolare dei graffiti, tanto da essere accolto nella crew per molti anni più attiva di Modena.
Tag
Bart
Crew
ML'S - 059
open_Bart.png

Quando hai iniziato e perchè, cosa ti ha spinto verso il writing: qualcosa che hai visto in tv, per strada, in edicola, a un concerto…? Dove abitavi, c’erano già segni sui muri?

Vengo da un piccolo comune nell’hinterland Mantovano, dove la cosa più moderna che puoi vedere è l’ultimo modello di John Deere uscito.

Mantova è una piccola città, collocata nello spigolo più a sud della Lombardia ed a livello di cultura urbana, soprattutto riguardante i graffiti ,era ed è molto povera. Non per vantarmene, ma prima di me non c’era una scena di writing, solo sporadiche apparizioni durate brevissimi periodi, delle meteore. Il mio primo approccio visivo ai graffiti risale circa all’estate del 1995.

Due sono stati gli episodi chiave: il primo fu la visione, sulla rivista “Tutto” (un mensile sulla musica che usciva all’epoca che qualche amico comprava), dove pubblicarono uno speciale sui graffiti milanesi.  Nelle due pagine sui TDK primeggiava un puppet di Rendo (in realtà di Asso: del pezzo in questione trovate foto e informazioni qui n.d.r.) che mi folgorò. L’altro evento ancora più impattante fu la visione dal vivo di un pezzo su muro, un lettering in una via periferica di Mantova, WILD STYLE copiato pari pari dalla cover del film omonimo, rimasi quasi esterefatto. Scoprii qualche anno dopo che era stato fatto nell’86, da quello che diventò poi un amico oltre che il mio tatuatore. Rimase li fino ad un paio di anni fa, quando è stato riverniciato il muro.

Da li iniziai a fare bozzetti e cercare di documentarmi il più possibile, scoprii che nel paese di fianco al mio alcuni ragazzi che rappavano facevano anche qualche pezzo sui muri della zona, ma ovviamente, essendo io molto più giovane di loro, venni snobbato alla grande.

Zona Zero Crew, Mantova 1995 - Foto archivio Bart
Zona Zero Crew, Mantova 1995 – Foto archivio Bart

Nonostante quello, dopo mesi spesi a copiare il puppet dei TDK, passai a realizzarlo in modo terribile su un muro.

Il 1996 fu l’anno in cui iniziai le scuole superiori e per spostarmi verso la città, utilizzavo il treno.

IL TRENO, nel 1996, per un quattordicenne alla ricerca di documentazione sui graffiti, era la cosa più esaltante possibile: tra tutte le sfighe Mantova ha la fortuna di essere in un punto strategico a livello ferroviario. Io mi spostavo da casa sulla Milano-Cremona-Mantova. Arrivavo in stazione e sui binari ti trovavi i convogli che arrivavano da Verona o Padova, la roba dalla Bologna-Modena, le private da Ferrara, il regionale da Venezia.

Di conseguenza essendo tutto completamente non pellicolato, le carrellate di pezzi che arrivavano erano assurde: da Milano Mind, Spice, Dumbo, Rok, Riso, Neuro, Daze (un sacco di whole car dei VMD), Kilo, Near, Boat, Dra, Magma… dal veneto i TSM di Shen, CSI, Kato, Zuek, Naso, Cento, Resoan, F2D… dall’Emilia Longe, Lego, Chob, Erik. Ogni mattina era un giro di banchine, anche a costo di ritardare a scuola.


Nello stesso periodo, l’edicola di fiducia vicino a scuola iniziò a tenere AELLE e non sto neanche a spiegarvelo.

In che modo la tua attività di writer è legata all’Emilia Romagna?

Il mio legame con l’Emilia Romagna lo considero fondamentale per la mia evoluzione. Tra il 1999 e il 2000 furono i primi anni dell’arrivo sul web dei graffiti. Stradanove è stato per me, e penso per una bella fetta di writer, un punto fondamentale, una pagina sulla quale venivano pubblicati pezzi sia su muro che su treno, legali e non direi di tutta la scena dell’epoca. La pagina era gestita da Pietro Rivasi che a primavera del 2000 organizzò anche una jam con una murata alla quale partecipai assieme a una cinquantina dei writer più attivi dell’epoca.

In quell’occasione ho conosciuto Swing, un writer locale col quale si instaurò un rapporto di amicizia che ci portò a iniziare a trascorrere parecchie serate dai nonni a bere birre che davano l’invisibilità, a fare tag, lungolinea e pannelli, fino ad entrare a far parte delle stesse crew 059-ML’S.

Birre e sketch - foto archivio Bart
Birre e sketch – foto archivio Bart
Lungolinea e birre con Swing, 2008 - Foto Archivio Bart
Birre e lungolinea con Swing, 2008 – Foto Archivio Bart

Lungolinea e birre con Swing, di giorno 2008 - Foto Archivio Bart

Di notte - Foto archivio Bart
Di notte – Foto archivio Bart
Di giorno, in un'altra città - Foto archivio Bart
Di giorno, in un’altra città – Foto archivio Bart

Modena fu anche testimone della sua festa di laurea, la più folle della storia, un week end alcolico con gente proveniente da lombardia, veneto, romagna e toscana. A dir poco memorabile!

Oltre a quello Modena in quegli anni fu epicentro di eventi che in Italia non si erano ancora visti come ICONE che ha visto la partecipazioni di star dei graffiti e non a livello mondiale, e di una serie di eventi collaterali, una infinità di murate alla quale partecipavano sempre persone da tutta Italia.

Blast sheriff done bart kilos icone 2004 modena
Un pezzo di storia del trainbombing italiano sui muri di Modena: Blast RNS-MG, Sheriff ACD-DYO, Done PR, Bart MLS-059, Kilos ACD-BLN, Icone 2004 – Foto archivio Icone

Una delle serate più assurde della mia vita è legata all’Emilia, al capoluogo in particolare. Infatti la sera della finale mondiale ITALIA – FRANCIA eravamo a Bologna io, Swing ed alcuni dei ragazzi più attivi nella zona. La finale a cui tutti tenevamo molto… l’abbiamo passata in due yard. Ricordo il silenzio che aleggiava nell’aria all’ingresso della prima yard, tutti i televisori sintonizzati sulla partita si udivano per strada come in Fantozzi… e noi sintonizzati su un pannello.
La seconda tappa in yard è stata assurda, nel silenzio tipico da deposito a un certo punto tutti i treni in stazione e di passaggio hanno iniziato a suonare, ed abbiamo così capito come era finita la partita!

Ritornammo verso casa in un fiume di auto coi claxon a tuono e le bandiere esposte a festeggiare con loro.

Bart, Bologna 2006 - Foto archivio Bart
Bart, Bologna 2006 – Foto archivio Bart
Bart, Bologna 2006 - Foto archivio Bart
Bart, Bologna 2006 – Foto archivio Bart

Qualche anno dopo decidemmo di fare un paio di giorni al mare in romagna dai nostri soci HF’S, due giorni dove il mare lo abbiamo visto mezz’ora… ma passammo più tempo nelle yard a fare whole car.

HFS & MLS - Foto archivio Bart
HFS & MLS – Foto archivio Bart

Non posso non citare Modena anche per una cosa extra graffiti. 14 giugno del 2008, stadio Braglia, Rage Against The Machine, il concerto di uno dei miei gruppi preferiti. Un concerto memorabile a dir poco, al quale ho assistito in compagnia di Goner e nel dopo concerto anche di Swing… ovviamente finito in yard con un bell’end to end!

MLS Crew end to end - foto Archivio Bart
MLS Crew end to end – foto Archivio Bart
MLS Crew end to end - foto Archivio Bart
MLS Crew end to end – foto Archivio Bart
MLS Crew end to end - foto Archivio Bart
MLS Crew end to end – foto Archivio Bart

Nel 2011 Modena fu anche ospite presso la galleria Avia Pervia della mostra personale per i 10 anni della crew, 10×365, un piccolo evento fatto di foto sulla nostra produzione decennale.

Vista della mostra 10x365, Spazio Avia Pervia 2011 - Foto Archivio Urbaner
Vista della mostra 10×365 c/o Spazio Avia Pervia, Modena 2011 – Foto Archivio Urbaner

Come è maturato il tuo rapporto con questa cultura negli anni? Continui ad interessarti ed hai una opinione sulla evoluzione che ha avuto la scena del writing così come la sulla corrente muralistica?

Circa dal 2000 ho iniziato in modo costante e crescente a fare pannelli, che sono stati per anni il mio obiettivo preferito. Da quel momento in poi ho fatto sporadicamente qualche murata e qualche bombing, ma il grosso della mia produzione è stata su treno.

La mia attitudine mi ha portato li, col senno di poi rimpiango solo di non aver fatto qualche bombing e lungolinea in più. Nonostante da qualche anno abbia appeso gli spray al chiodo non ho mai smesso di seguire la scena e l’evoluzione dei graffiti.

Quello che è difficile fare capire alle nuove generazioni è il rispetto per chi c’è stato prima, non tanto per una questione di anzianità e di gerarchie, ma perché la nostra generazione ha avuto un approccio molto più umile e ha fatto più fatica rispetto ad ora.

Non c’era internet, la nostra internet per molto tempo è stata la banchina, dovevi dimostrare quello che valevi coi fatti, studiavi il pezzo e cercavi sempre di fare qualcosa di stiloso ed originale, fatto bene, senza scazzare con nessuno o mettere i piedi nelle yard dove non dovevi.

Nei graffiti, si sa, ci sono e ci saranno sempre tendenze stilistiche. Al giorno d’oggi è tutto standardizzato, tutti fanno lo stesso stile, se cosi si può chiamare, non c’è studio e non c’è originalità e la scena italiana negli ultimi 7-8 anni è stilisticamente crollata. Sembra che la cosa che preme di più sia farsi la pagina instagram dove mostrare i pannelli per un lasso di tempo ridicolo. Ogni tot di tempo appare Tizio che sembra essere il bomber più hardcore mai esistito e dopo sei mesi svanisce nel nulla, riuscendo in un tempo cosi ridotto ad avere scazzi con mezza Italia pur di apparire.

Originalità e stile non passano mai di moda, mi fa un po’ tristezza (e da un lato piacere) vedere che le uniche cose stilose che si vedono girare tra le banchine, a parte pochissimissime eccezioni, sono tutte dei “NONNI” della scena che non mollano un colpo.

Dall’altro lato i graffiti imperversano a 360°, finalmente hanno iniziato a riqualificare quartieri degradati di tutte le città (anche di Mantova, cosa da non credere!). Io rimango molto legato alla parte più hardcore dei graffiti, ma non posso non provare piacere nel vederli presenti ed accettati nella cultura odierna.