“Istantanee da un futuro migliore del previsto 2018-2023” di Francesco Barbieri

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Dopo l’inaugurazione lo scorso febbraio con la mostra “Peso Reale, Peso Frenato”, personale di Angelo464, Hobo – Spazio Urbano, in via Carteria 104 a Modena, riapre sabato 15 aprile con la mostra “Istantanee da un futuro migliore del previsto 2018-2023” di Francesco Barbieri, curata da Gianmario Sannicola, a cui è affidata la programmazione artistica dello spazio.

Prosegue così il viaggio di Hobo attraverso i percorsi di creativi che hanno trovato nelle strade e nei treni supporti e ispirazione per le loro opere. Francesco Barbieri, classe 1976, è un artista internazionale che lavora nel post-graffitismo contemporaneo e che, prima di dedicarsi alla pittura su tela, è stato per anni una figura importante nella scena euro­pea del graffiti-writing.

Come riporta Vittorio Parisi nel suo testo critico di accompagnamento alla mostra, “la città di Barbieri è una città interstiziale, il cui paesaggio è definito unicamente dalle sue architetture post-industriali e infrastrutturali. Forse, la città di Barbieri è addirittura una città deserta, dove le gru che ne delineano lo skyline sono in realtà immobili e i treni, che ne percorrono le viscere, vuoti. Uno scenario distopico che sembra provenire da qualche racconto di fantascienza, in cui l’umanità è stata cancellata da qualche evento catastrofico di cui, però, non ci è dato sapere.”

La totale assenza di persone è forse la caratteristica più evidente, l’aspetto che salta subito agli occhi dell’osservatore di fronte a questi dipinti. “In queste città – prosegue Parisi – non vi è più spazio per le folle, vero e proprio elemento cardine della modernità baudelairiana, poi proiettatosi nel Novecento, producendo in pittura capolavori come La Città che sale di Boccioni (1910-11). In Barbieri le folle sembrano essere del tutto svanite, come inghiottite da quelle stesse architetture post-industriali e infrastrutturali, uniche vere protagoniste dei dipinti. Gru, tralicci, cavi dell’alta tensione, treni e rotaie disegnano un paesaggio urbano dove non solo l’umano non figura, ma non sarebbe neanche pensabile. Si provi, per gioco, a inserirvelo con l’immaginazione: finirebbe per rompere un equilibrio estetico che sembra basarsi prima di tutto sull’assenza dell’elemento umano.”

 


 

La mostra inaugurerà sabato 15 aprile alle 18.00 presso Hobo – Spazio Urbano e il finissage è previsto per il 13 maggio.
Rimarrà aperta durante la settimana dalle 18.30 alle 20 e nei week end dalle 17.00 alle 19.00 e su appuntamento contattando Hobo – Spazio Urbano.

Lo spazio di Hobo – Spazio Urbano in via Carteria 104 è affidato dal Comune di Modena – Assessorato alla Cultura attraverso il Bando pubblico “Carteria 26+104” all’Associazione Culturale Stoff con le progettualità e le finalità del progetto Dedalo, motore di un’azione progressiva di rigenerazione urbana e sociale in una zona del centro storico di Modena, riapre le porte alla città grazie a una ricca programmazione artistica e culturale.

 


 

Francesco Barbieri

Classe 1976, è un artista internazionale che lavora nel post-graffitismo contemporaneo.
Prima di dedicarsi alla pittura su tela è stato per anni una figura importante nella scena euro­pea del graffiti-writing.

Con il suo lavoro su tela degli ultimi anni ha esplorato molteplici soggetti mutuati dal folklore tipico dei graffiti. Al momento la sua produzione si concentra sulla costruzione di scenari urbani dove spesso il treno e la ferrovia sono elementi centrali. Nelle sue opere esplora la marginalità della vita metropolitana, rappresentando le “terre di nessuno” che si trovano ai confini geografici e sociali delle città moderne. Con il suo peculiare linguaggio visivo Barbieri restituisce nella pittura le emozioni sperimentate nelle strade che ha esplorato per anni: di fat­to il viaggio e lo stile di vita ad esso legato sono elementi fondamentali della sua arte, e negli ultimi venti anni ha visitato regolarmente New York e S. Francisco negli Stati Uniti, Berlino e Stoccolma in Europa, Pechino, Shanghai e Nanchino in Cina, solo con lo scopo di scoprire gli angoli più nascosti di queste città.

Nel 2015 viene selezionato dal dipartimento di arte dell’Università di Nanchino (Cina) per un’importante residenza di artista che lo porta a esporre nel prestigioso Nanjing Sifang Art Museum, oltre che a confrontarsi con l’arte tradizionale cinese. Da questa esperienza nasce una lunga riflessione sulla propria arte che si concretizza in un nuovo ciclo di opere.
Nel 2017 presenta al Museo Piaggio di Pontedera un’esposizione antologica della sua produ­zione recente, insieme a un workshop con un importante valore sociale dove si confronta con i ragazzi delle scuole superiori per 3 mesi.
Nel 2019 partecipa alla residenza d’artista lfitry, nelle vicinanze di Essaouira (Marocco), dove ha modo di concepire una serie di lavori sperimentali che uniscono i paesaggi desolati della costa atlantica con elementi grafici della cultura locale.

Vive e lavora a Pisa.