Migrantes Valientes in Modena

8 Maggio 2022 by Urbaner
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Il comitato scientifico di Urbaner sta, da un paio di anni, cercando di proporre un modello alternativo a quella che per alcuni è una deriva del muralismo contemporaneo, privilegiando la ricerca “teorica” alla commissione di muri da dipingere.

Perché i muri disegnati non sono belli o di valore? Certo non tutti sono una cosa e/o l’altra ma, a livello generale, la stragrande maggioranza è diventata solo e soltanto marketing territoriale, quando non esplicita pubblicità di prodotti.

Peggio, si sta facendo strada la prassi di usarli per abbellire muri dove qualcuno ha fatto delle “scritte” precedentemente, o per fare greenwashing, grazie all’utilizzo di miracolose vernici mangia-smog.

Questa politica riteniamo non faccia per nulla bene agli artisti per primi: se infatti la maggior parte delle pareti viene dipinta per un fee minore di quello che chiederebbe l’imbianchino, se i muri non vengono prima puliti e trattati, se nessuno li tutela come opere d’arte pubblica vere e proprie una volta terminato il lavoro, se nessun museo, fondazione o collezione acquista le opere degli artisti che dipingono i muri… perché le chiamiamo opere?

Sono opere così come sono opere i “graffiti”, e dunque fatte per scomparire più o meno lentamente? Non sembra, perché se capitasse che qualcuno ci scriva sopra, apriti cielo…

 
 
Dunque, cosa sono? Di cosa stiamo riempiendo le città?

Questo lungo preambolo per dire che Urbaner, normalmente, non “patrocina”, supporta o promuove la realizzazione di murales. Allora, quello che è successo qualche giorno fa quando, grazie a Porta Aperta Modena, l’artista Pablo Allison è venuto in città per una piccola conferenza su suo lavoro riguardante i migranti centro-americani, cosa è stato?

 

L’intervento di Pablo Allison nel quartiere Sacca di Modena

Pablo fa graffiti, è stato in prigione per questo, ma continua a farli e li usa come linguaggio artistico su muri, su treni o nelle gallerie; e passando per Modena avrebbe avuto piacere di dipingere. Grazie ad Hard2Buff siamo riusciti a recuperare il materiale necessario e a quel punto c’era solo da trovare il modo, il più possibile coerente con quanto Urbaner predica, per fargli realizzare qualcosa in città.

Intuitivamente, la cosa più sensata, è stata proporgli uno dei muri liberi messi a disposizione dal Comune di Modena. Dopo un sopralluogo in diverse location, Pablo ha deciso di intervenire sul muro che ospitava un recente intervento del Collettivo FX, nel sottopasso di via Finzi.

Collettivo FX e Pablo sono amici, hanno in passato lavorato insieme, e si sono accordati per fare in modo che i due interventi si integrassero. Così, oggi, la Sacca ha un muro che parla di migrazioni ma anche di inquinamento perché, se la violenza e la guerra certamente sono tra le cause principali delle migrazioni, cambiamenti climatici e inquinamento lo sono altrettanto.

Il muro in questione non ha la pretesa di essere conservato e durare in eterno, ma se il quartiere “lo adotterà”, forse resterà per un po’, col suo importante ed attualissimo messaggio.

Pablo Allison

Nato a Manchester e cresciuto a Città del Messico è tornato a vivere nel Regno Unito dove si è laureato in Documentary Photography tra il London College of Communication e l’Università del Galles.

La sua arte e i suoi progetti fotografici affrontano temi legati al controllo, alla reclusione, agli spostamenti migratori, ai graffiti e alla libertà.

Ha esposto le sue opere, tra gli altri, presso la Greater London Authority Headquarters e il Photomonth a Londra, il New Art Exchange a Nottingham, il Look12 Photography Festival a Liverpool, l’istituto Cervantes a Manchester, il Centro Cultural España a Città del Messico.

Nel 2015 ha portato il progetto “Uncovering the Invisible” presso la sede dell’UNESCO a Parigi come parte della Mobile Learning Week e ha inoltre collaborato con Amnesty International e ActionAid.

Le sue fotografie sono state pubblicate su The Huffington PostNational GeographicTeleSurVice MagazineEl Pais e Juxtapoz.

Attualmente vive e lavora in America Latina.

www.pabloallison.co.uk