Transluce & oltreforma, la “personale a 4 mani” di Giorgio Bartocci feat. 56 fili presso lo spazio C21 di Reggio Emilia

3 Dicembre 2021 by Pietro Rivasi
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Giorgio Bartocci è un artista che negli anni ha realizzato molte opere sul territorio dell’Emilia Romagna: a Modena, in occasione di diverse edizioni di Icone, a Soliera (2015) e Novi (2017), a Bologna presso lo Spazio Dumbo e la casa editrice Zanichelli nella centralissima via Irnerio.
Sabato 4 dicembre inaugura presso lo spazio C21 di Reggio Emilia, Transluce & oltreforma, una particolare “personale a 4 mani” di Giorgio Bartocci feat. 56 fili, una complessa installazione nella quale l’artista marchigiano (Jesi, 1984) ha distillato 20 anni di ricerca in un unicum che restituisce allo spettatore l’attuale approdo della sua poetica, nella quale pittura, scultura, installazione, forma e colore rivestono tutte la medesima importanza e si arricchiscono di profondità grazie al fondamentale ruolo della luce, delle prospettive tra le diverse componenti, delle trasparenze e della transitorietà degli elementi: le quattro opere realizzate sulle vetrine che SpazioC21 utilizza per le sue esposizioni, sono infatti pensate per essere distrutte una volta terminata la mostra, come simbolico tributo alle origini dell’artista, enfant prodige del graffiti writing, pratica intrinsecamente effimera.

 

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Soggetto della mostra sono figure liquideche l’artista è arrivato col tempo a sintetizzare in composizioni completamente astratte che restituiscono agli spettatori tutta la tensione cui la precarietà dell’epoca contemporanea ci ha condannati.
Un ruolo dominante è giocato da forme e trasparenze, prospettive e sovrapposizioni che si vengono a creare fra i nove lavori che compongono l’installazione, relazioni sulle quali Bartocci gioca sfruttando consapevolmente le caratteristiche spaziali della corte e della galleria, messe in risonanza con quelle della grande scultura collocata al centro del cortile.
La scultura in acciaio smaltato che segna il chiostro, rappresenta un ideale centro prospettico e connota l’intera installazione, catalizzando gli sguardi degli spettatori fin dalla Via Emilia, prima ancora che entrino nel perimetro espositivo della galleria.
La forma tridimensionale, realizzata site specific con la collaborazione di laboratori artigiani che hanno messo la loro esperienza al servizio del progetto dall’artista, diviene il fulcro attorno al quale si dispongono lo spazio vuoto della corte e quelli pieni delle vetrine, interrotti dal solo passaggio degli spettatori.
La mostra ha visto il contribuito determinante di Arturo Amitrano, anima del laboratorio romano di serigrafia 56 fili, da tredici anni artigiano di riferimento per una generazione di artisti e creativi.

 

Un’immagine dello spazio C21 di Reggio Emilia